L’Unione Triveneta degli Avvocati censura l’accaparramento della clientela

L’avvocatura alza la testa a tutela della dignità e del decoro della professione forense.

Con la delibera del 30 marzo 2020 l’Unione Triveneta dei Consigli dell’Ordine degli Avvocati del Veneto ha censurato sotto il profilo deontologico le numerose offerte di consulenza e assistenza, finanche gratuite, dirette a promuovere azioni di responsabilità professionale nei confronti del personale medico e delle strutture sanitarie per le prestazioni rese ai pazienti affetti da Covid-19.

UNIONE-TRIVENETA-DELIBERA-CONDANNA-ACCAPARRAMENTO-CLIENTELA

Nel pieno di questa di emergenza, nell’indifferenza della guerra che tutti stiamo affrontando contro un nemico invisibile, che miete migliaia di vittime, tali deplorevoli iniziative evidenziano l’assenza dei valori di etica e solidarietà sociale, nonché la mancanza di rispetto e riconoscenza nei confronti dei medici e degli operatori sanitari, i quali, è bene ricordalo, ogni qualvolta varchino la soglia di un reparto Covid rischiano la salute – e la vita- oltre a porre in concreto pericolo quella dei loro congiunti.

E’ doveroso un ringraziamento a tutto il personale impegnato nella gestione di questa difficile situazione, plaudendo alle scelte coraggiose poste in essere dall’Amministrazione sanitaria della Regione Veneto la quale, per garantire la massima efficenza nelle cure e per maggior garanzia di protezione di tutti i pazienti, in pochi giorni ha convertito interi ospedali in Covid Hospital, unità complesse dedicate alla cura dei pazienti affetti da SARS-CoV-2, la sindrome respiratoria acuta che identifica appunto la Coronavirus disease-19.

Mi associo, quindi, alla rigorosa posizione assunta dall’Unione Triveneta degli Avvocati a tutela dei valori cardine della nostra professione.

Covid Hospital Schiavonia

L’assegno di divorzio dopo il 2017

Il 2017 è stato un anno rivoluzionario per la Giurisprudenza in tema di assegno divorzile: con la sentenza n. 11.504 del 10 maggio 2017 la Corte di Cassazione, con una decisione epocale, ha spazzato via un orientamento granitico e ultraventennale, secondo cui l’assegno di divorzio andava determinato sulla base del tenore di vita avuto dal coniuge richiedente in costanza di matrimonio.

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